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10
(TEN)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 1 maggio 1980
 
di Blake Edwards, con Julie Andrews, Bo Derek, Dudley Moore (Stati Uniti, 1979)
 

Dalla pantera rosa a quella bionda. Blake Edwarda specialista discontinuo, ammirato, sottovalutato, secondo taluni sopravvalutato della commedia un po' folle americana, precursore di certi melodrammi in voga attualmente (THE DAYS OF WINE AND ROSES, titolo meraviglioso per un film discreto girato nel 1963) abbandona finalmente la celebre pantera. Intendiamoci: alcune pantere sono tutt'altro che disprezzabili, con la loro inimitabile sequela di gag insensate, con il personaggio assurdo di Peter Sellers in un mondo che poco concede all'assurdità anche programmata. Ma insomma, è chiaro che con la Pantera, Edwards era prigioniero di una certa qual meccanica. Ne esce per dedicarsi a quest'altra pantera, fin troppo, mi pare, esaltata ai rotocalchi come la fine del mondo del sesso in celluloide.

Tema di "10" è l'andropausa. Andropausa precoce di un quarantenne di successo, compositore di fama a Beverly Hills, personaggio che Dudley Moore a sua volta musicista, ed il celebre Henry Mancini autore delle musiche, ripropongono con evidente facilità nel film. Film come questo piacciono per la loro leggerezza, la loro evanescenza, la loro eleganza snobistica, la loro superficiale scorrevolezza. Oppure, per le medesime ragioni, sono aborriti.

"10" è uno di quel film che se uno parte dicendo guarda che cavolo di un mondo questo mi tira fuori nel suo film mentre intorno a noi muoiono non so quanti bambini al giorno, è finita in partenza. Quali i pregi del film? Quelli detti sopra se uno li vede con l'occhio buono. Si può dire di tutto di Blake Edwards, ma non che non sia capace di usare una cinepresa. Certe sequenze, come quella della domestica mezza cieca e curva, che se ne va a cozzare contro il muro dopo aver attraversato tutta la stanza, o quella di Dudley Moore che saltella impazzito sulla sabbia infuocata, sono sue di diritto. Riconoscibili fra cent'anni. Il dono del grottesco, e quello di riproporlo attraverso l'esperienza della meccanica del cartone animato. È poco, è tanto? Anche questo, a seconda dei gusti: è un fatto che alle gag di "10" non si ride poi tanto. Che le scene con Bo Derek non mi sembrano poi così sexy, che quella famosa di lei che vuol fare l'amore col Bolero di Ravel mi sembra troppo lunga e nemmeno così ben montata.

Qualcuno ha visto addirittura degli intenti moralizzatori in questa storia di piaceri e dispiaceri etero e omosessuali, uno studio di psicologie. Sinceramente, mi sembra troppo onore. Per contro la California con le piscine, le spiagge, le ville e le ragazze sofisticate che fanno da sfondo alla crisi del quarantenne si snodano con una giustezza ammirevole e Dudley Moore è il primo attore che quando si mette al piano non sembra un tranviere alle prese con un Boeing.

Come si diceva: secondo i gusti, vale da zero a tre stelle. Essendo qui per salvare, ne ho messe tre.


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